Il vino italiano trionfa nel mondo

14/06/2011

botti di vinoRecentemente la Commissione Europea  ha rilevato il sorpasso delle aziende vinicole italiane su quelle francesi nella produzione di vino. L'Italia infatti, con 49,6 milioni di ettolitri, supera nel 2010 la Francia che invece ne ha prodotti 46,2.

Sembrerebbe quindi già passata la grande crisi economica che ha colpito l'industria vinicola italiana degli ultimi anni. Soprattutto se si considera un ulteriore aumento del 15% nell'ultimo bimestre delle esportazioni totali, di cui ben il 31% negli Stati Uniti che sembrano apprezzare sempre di più i nostri vini. Dati incoraggianti se consideriamo che il valore delle esportazione è pari a 3,93 miliardi di euro.



Tuttavia è necessario fare delle precisazioni. La Francia l'anno scorso, per via della crisi, ha contrastato la flessione della domanda delle esportazioni dell'inizio dell' anno 2010 riducendo sensibilmente la produzione di vino. Ha quindi preferito non abbassare il prezzo dei propri vini adeguando l'offerta alla domanda. Questa strategia tuttavia non ha giocato a suo favore vista l'improvvisa e importante ripresa della domanda da parte dei Paesi importatori. In tutto questo  l'Italia ne ha giovato continuando a produrre e vendere i propri vini anche se a prezzi più bassi nel periodo di crisi, riuscendo così a soddisfare pienamente la domanda dell'ultimo periodo di ripresa.


Questo primato seppur incoraggiante, lascia trapelare il principale problema dell'industria vinicola italiana, ossia la bassa capacità da parte delle aziende italiane vinicole a trasmettere sul mercato la buona qualità dei vini italiani.

Difatti i prezzi dei vini restano comunque molto bassi, ad esempio il prezzo medio di un vino italiano negli Stati Uniti è di circa 5/6 dollari contro i 24 di un litro di vino francese.

Il prossimo importante obiettivo delle aziende vinicole sarà quindi, attraverso anche una maggiore promozione dei marchi , quello di puntare sulla qualità dei vini e non tanto sulla quantità, per non vedersi svendere vini DOC e IGP o far concorrenza con vini generici a Paesi  che dispongono di grandissime superfici coltivabili  (es. Australia, Cile ecc.) e che non devono sottostare alle nostre rigide regole.


 


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